03 dicembre 2008

FORSE NON TUTTI SANNO CHE... DALLE SUE MANI SONO USCITI I MIGLIORI GIOCATORI ITALIANI

"Dalle sue mani sono usciti i migliori giocatori italiani..."

E' l'introduzione di un'articolo di "Giganti del Basket" del febbraio 1972.
Il titolo è semplicemente:

" MADE IN VARESE BY GIANNI ASTI "



E Gianni Asti è proprio quel Gianni Asti che da anni, animato da sola passione e amore per il nostro sport e la nostra Società, vediamo in palestra a dare consigli preziosi partita dopo partita, allenamento dopo allenamento, ai nostri ragazzi e spesso anche ai nostri allenatori.


di Roberto Gaggia (Giganti del Basket - Febbraio 1972)
"Nel gergo della pallacanestro il termine "tracuzzata" ha una sua collocazione ben definita. Deriva indubbiamente da quel vero cervello cestistico che è Tracuzzi e nell'accezione più comune identifica il colpo di genio cestistico, l'imprevedibile più imprevisto talvolta, il quinto asso nella manica. Ebbene Gianni Asti di Varese, ora trentasei anni, allenatore, a Varese la sera, tecnico qualificato di automobili a Milano di giorno, è una delle "tracuzzate" più geniali tra quante se ne conoscono.

Sono gli anni del Torino-calcio ruggente, ci sono le figurine dei Mazzola, dei Loik, Gabetto, Ossola, che vanno a ruba. Merce preziosa anche a Varese dove c'è anche la pallacanestro. A Varese anzi il fatto del giorno è l'arrivo di Tracuzzi, allenatore-giocatore, e di Cerioni, coppia primcipe del momento. Tracuzzi insegna alle "medie", fra i tanti c'è anche Gianni Asti. Una domenica la scuola si trasferisce in palestra e in un battibaleno Tracuzzi si trova a dover continuare le lezioni anche fuori della scuola. Sono un centinaio circa i tredicenni che fanno scuola di basket e c'è anche Asti. La domenica, tutti a tifare per Gualco, Marelli, Alesini, durante la settimana invece, allenamenti su allenamenti e le file si assottigliano. Tracuzzi ha comunque già fatto le sue scelte. Asti se ne accorge quando guardandosi attorno finisce per trovarsi quasi solo, ha resistito un anno di fila senza mai giocare. Non un briciolo di partita, solo fondamentali, sempre fondamentali e ancora fondamentali, maledizione quel Tracuzzi.

Il basket è ormai nel sangue."

(fine prima parte - continua)