Matteo Piccoli è il nuovo campione italiano di 1vs1, il King on the Rock 2014. Giovane talento varesino classe 1995, cresciuto e forgiato nella Robur et Fides in cui ora ha un posto fisso in DNB, Matteo ha iniziato a giocare a basket in prima elementare, e, per nostra fortuna, nonostante i diversi sport provati in contemporanea, l’amore per la palla a spicchi ha sempre avuto la meglio, portandolo a soli 19 anni, a raccogliere già grandi soddisfazioni. Educato, determinato e ricco di talento: questi sono i tre aggettivi più usati da amici ed allenatori per descrivere Matteo, ma oltre a loro, sono i risultati a parlare, perchè per aggiudicarsi un torneo simile, serve davvero tanta cattiveria (agonistica!) unita a determinazione ed intelligenza.
Questa incredibile vittoria gli ha aperto le porte di Taiwan, dove avrà la possibilità di rappresentare, nel primo weekend di settembre, l’Italia contro gli altri 27 paesi presenti alla finalissima: “Partirò per Taiwan senza nessun obiettivo, perchè non ho idea di che tipo di avversari mi troverò di fronte; l’unica cosa che so è che questa è un’occasione unica, e mi permetterà di entrare in contatto diretto con diversi modi di interpretare il basket, con diverse tipologie di giocatori e con dei ragazzi che, come me, hanno saputo vincere il proprio torneo nazionale e saranno decisi a continuare la striscia di vittorie. Con me però porterò le stesse ‘armi’ che mi hanno permesso di raggiungere questo traguardo e giocherò dando il massimo, festeggiando per qualsiasi risultato riuscirò ad ottenere”.
Al ritorno ci saranno Franco Passera ed i compagni della Robur ad attendere Matteo per dare il via alla nuova stagione: “Sarà il secondo anno per me in B2, e non vedo l’ora di iniziare; sono cresciuto qui, e sono pronto a migliorarmi, modificando anche il mio ruolo in squadra. Il mio obiettivo è quello di rendermi utile il più possibile in partita, ma soprattutto, allenarmi bene e migliorare in ogni campo, per provare a raggiungere livelli più alti. Sono come sempre molto motivato, e non ho paura di dover lavorare tanto; sono cresciuto in una famiglia di sportivi, che mi hanno insegnato questi valori fin da piccolo, e se sono arrivato fino qui lo devo soprattutto a loro. Anzi, per chiudere, approfitto per dedicare alla mia famiglia questa vittoria, ed oltre a loro ovviamente, non potrei mai non citare i miei compagni, con i quali in questi giorni ho condiviso questa splendida avventura:, in fondo, non potrei dimenticare che, se non avessimo vinto il torneo a Castellanza, oggi molto probabilmente non sarei qui a festeggiare!”.
(VareseSport)